Talk at Open Studio VIR Viafarini-in-residence, MIlan: Alfredo Cramerotti, Stefano Cagol, Isaac Contreras [Italian / English]
VIR Open Studio
Stefano Cagol, Isaac Contreras
opening Monday September 30, starting at 6.30 pm
VIR Viafarini-in-residence, via Carlo Farini 35, Milano
viafarini@viafarini.org | +39 0266804473
Stefano Cagol presenta opere video e installative realizzate durante la residenza in continuità con la ricerca sviluppata per la sua partecipazione alla 55. Biennale di Venezia 2013, Padiglione Maldive. Viene anche presentato il libretto THE ICE MONOLITH Platform con 34 interviste realizzate dall’artista.
Alle ore 20 Alfredo Cramerotti (direttore del MOSTYN, Galles) racconterà l’esperienza del Padiglione Maldive, del quale è co-curatore come parte del collettivo CPS – Chamber of Public Secrets. Cramerotti è anche co-curatore del Padiglione Galles alla 55. Biennale di Venezia 2013.
Bouvet Island è una delle isole più remote del pianeta (si tratta di un’isola norvegese situata però agli antipodi, nell’area antartica) costituita di rocce vulcaniche coperte per il 93% da bianchi ghiacci permanenti, ‘incontaminata’, è al tempo stesso stata protagonista di uno degli esperimenti nucleari più misteriosi, il caso ‘Vela’, un’esplosione avvenuta nelle sue acque e mai rivendicata da alcuna nazione. L’installazione ne prende il titolo e la ‘forma’ metaforica.
Isaac Contreras ha investigato le modalità di circolazione degli oggetti smarriti quotidianamente nelle città, collaborando con gli uffici oggetti smarriti e rispondendo ad annunci privati in città. Il progetto, dal titolo O.O.O è una ricerca sulle raccolte accidentali di oggetti, frutto dell’errore e della dimenticanza. Questi accumuli di oggetti rappresentano detriti del nostro tempo, sedimentazioni del caos e costruzioni entropiche della quotidianità nelle metropoli. L’artista presenta una serie di sculture realizzate con materiali trovati e sculture in gesso basate sulla somma del volume degli oggetti smarriti e recuperati in città.
“I see my work as an evolving system of forms in which instability, precariousness and emptiness exist not only as given conditions but as triggers for the work to happen. This involves learning to negotiate with the empty, rendering the void, looking for matter in empty places and using available materials and unstable situations as mechanisms to open space for the uncertain, the overlooked and the fragile. I’m interested in open systems that in-form the work and allow it to exist in shifting configurations during the exhibition. This way of proceeding, responding to a system that is not dependent on me, allows me to develop a practice in which negotiation plays a central role.”
Durante l’Open Studio si potrà visitare lo studio condiviso da: Enrico Boccioletti, Roberto Fassone, Toni Fiorentino, Pasquale Gadaleta, Luca Resta, Sebastiano Sofia, Federico Tosi, Carloalberto Treccani.
Biennale Updates: cronache dall’effimero per la prima volta del Padiglione Maldive in Laguna
Artribune.com [Italian only]
30 May 2013
by Francesco Sala
Alle otto del mattino non c’è nessuno lungo Riva di Ca’ di Dio. Pochi temerari in tenuta da jogging, i ragazzini che si trascinano a scuola, un paio di turisti. E poi un blocco di ghiaccio. Sbarca dal Canale dell’Arsenale, trascinato a forza di muletto; prende a sciogliersi, inesorabile, una goccia alla volta. È il monolite con cui Stefano Cagol significa la sua partecipazione alla Biennale di Venezia, ospite di quel Padiglione Maldive che ha trovato casa –alla sua prima volta in Laguna –in uno stabile semi-abbandonato in viale Garibaldi. Verrà il giorno in cui le Maldive non si saranno più, sommerse un centimetro alla volta dall’innalzamento del livello degli oceani; la raccolta messa insieme dal collettivo CPS – Chambers of Public Secrets indugia sul titanico precariato di una terra in crisi di identità, storica piattaforma tra Oriente e Occidente che esorcizza nell’arte la sua eutanasia.
Aggressività post-espressionista per The Disappearance di Wael Darwesh, che colpisce sulla tela con antica disperazione; gli fa da controcanto l’installazione di Patrizio Travagli, tetris di superfici specchianti che illudono e alludono in una straniante frammentazione dello spazio visivo. Inevitabili i riferimenti allo tsunami, che ha portato il suo carico di brutalità anche alle Maldive: sul tema arriva l’installazione di Thierry Geoffroy, mentre a ragionare su una ricostruzione più o meno possibile sono Christoph Draeger ed Heidrun Holzfeind.
Alfredo Cramerotti: The Future of MOSTYN
Alfredo Cramerotti, Director of Mostyn, Wales, will give a talk about his future vision for the gallery.
5pm, 14 March 2012
H6, Rathmell Building,
Caerleon Campus
Newport
NP18 3QT
Alfredo Cramerotti is a writer, curator and artist based in the UK. His cultural practice explores the relationship between reality and representation across a variety of media and collaborations such as TV, radio, publishing, internet, media festivals, photography, writing and exhibition curating. Cramerotti is Director of Mostyn, the largest publicly funded contemporary art gallery in Wales, and was co-curator of Manifesta 8, the European Biennial of Contemporary Art (2009-2010) and Senior Curator, QUAD Derby (2008-2011). He co-directs AGM Culture, roaming curatorial agency; CPS Chamber of Public Secrets, media and art production unit and is Visiting Lecturer in various European universities among others NTU Nottingham Trent University, University of Westminster and DAI Dutch Arts Institute. Cramerotti is also Editor of the Critical Photography book series by Intellect Books, and his own recent publications include Aesthetic Journalism: How to inform without informing (2009) and Unmapping the City: Perspectives of Flatness (2010).
Links
http://www.alcramer.net
http://www.intellectbooks.co.uk/books/view-Series,id=19/
http://www.mostyn.org
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